ERA SOLO UN SOGNO

di Stefania


Capitolo 1

Joe si svegliò di soprassalto, quell’incubo gli era sembrato talmente reale che dovette alzarsi per andare a controllare che Françoise stesse bene. Aprì la porta cercando di non fare rumore, si guardò incontro per controllare che non ci fosse nessuno in giro e andò diretto verso la sua camera. Aprì la porta quel tanto che gli bastava per sbirciare all’interno. Françoise era nel suo letto e dormiva profondamente. Abbozzò un sorriso e  le mandò un bacio e socchiuse . <<Che ci fai qui eh?>> la voce proveniva dalle sue spalle e fu talmente colto alla sprovvista che fece un sussulto e trattenne a stento un gridolino. <<Non è carino andare via così di soppiatto come un ladro e lasciare una donna sola nel cuore della notte.>> <<Ma no Bretagna non è come pensi.>> Joe agitava nervosamente le mani. La loro discussione svegliò anche gli altri che uscirono dalle loro stanze assonnati ma incuriositi.<<Si può sapere che succede?>> chiese Jet grattandosi la testa. <<Nulla ho pescato Joe che usciva di soppiatto dalla stanza di Françoise>> spiegò frettolosamente Bretagna. <<Signor Shimamura, mi meraviglio di lei.!>> ironizzò Jet. <<Non è come pensate?>> <<Allora che ci facevi nella stanza di Françoise?>> <<Non ero nella sua camera ero solo venuto a vedere se dormiva tranquilla. >> <<Davvero e come mai alle 4.00 di mattina ti è venuta la voglia di sbirciare nella sua camera?>> Ma Joe non fece in tempo a rispondere, perché la porta della camera di Françoise si aprì e la ragazza né uscì visibilmente crucciata. <<Non potreste trovare un altro posto per chiacchierare?>> <<Noi non stavamo proprio chiacchierando.>> spiegò Bretagna. <<e allora cosa ci fate qui davanti la mia porta?>> <<Questo lo devi chiedere a Joe l’ho pescato che sbirciava nella tua camera mentre dormivi>> Il cruccio di Françoise esplose in rabbia. <<Aspetta Françoise posso spiegarti.>> <<Ad davvero? Perchè sai, sono molto curiosa di sentire quello che hai da dirmi.>> <<amico mio ora sei nei guai fino al collo!>> gli disse Bretagna strizzando l’occhio. <<A non credere Bretagna perché dopo finito con lui c’è ne sarà anche per te.>> <<ed io che c’entro>> piagnucolò. Françoise riapri la porta di camera sua e lasciò il passo a Joe e non azzardatevi a fare commenti o ad origliare sapete bene che posso sentirvi e soprattutto vedervi. Perciò evitate di darmi arrabbiare ancora di più. Detto questo richiuse la porta alle sue spalle. Gli altri rimasero imbambolati in mezzo al corridoio, poi udirono quelle che sembravano risa provenire dall’interno della camera, ma resistettero alla curiosità di ascoltare. Ognuno tornò nella sua stanza lasciando finalmente in pace la coppietta.
<<Pensi sia stata convincente?>> <<Un’attrice nata.>> <<Allora ho possibilità di sfondare nel cinema>> <<La verve c’è l’hai e anche molta.>> Joe era seduto sul bordo del letto a gambe leggermente divaricate e Françoise, si mise di fronte a lui con le braccia che gli stringevano il collo. Lui per tutta risposa pose le sue mani sui fianchi di lei. <<Mi fai sempre un sacco di complimenti Joe shimamura finirai col viziarmi.>> <<Ti dispiacerebbe?>> <<Affatto>> Françoise sospinse Joè dalle spalle per farlo stendere sul letto  <<Mia cara non ti conviene istigarmi>> <<altrimenti cosa farai>>le chiese con tono malizioso stando pericolosamente sopra di lui. <<Con un gesto repentino Joe stese lei supina sul letto. <<Ti diverti a torturarmi, lo sai quanto ti desidero, vero?>> <<Joe…>> << eh no, signorina ora comando io il gioco.>> Joe la baciò sul collo, mentre  con la punta delle dita esitava sulla scollatura della camicia da notte. All’improvviso fece scorrere velocemente la mano lungo il suo corpo fino all’orlo dell’abito, smise di baciarla e guardandola fissa negli occhi insinuò la mano sotto il vestito, la fece risalire dolcemente sulla sua pelle liscia fino al suo ventre restando a guardarla per carpire dal suo viso ogni sua espressione di piacere, esitò solo alcuni istanti poi riprese a salire fino al seno. <<Joe per favore.>> <<Ora non possiamo.>> la sua voce era talmente flebile che Joe fece finta di non udirla. <<Ti voglio Françoise e ti desidero più di chiunque altro. >> <<Anche io Joe,>> <<La risposta di Françoise accese i suoi sensi, la baciò appassionatamente. <<Amami Françoise ti prego.>> <Joe lo vorrei anche io te lo giuro ma non posso ora >> Joe sollevò la testa e la guardò negli occhi. <<sei certa di non volerlo.>> <<O certo che ti voglio Joe, ho aspettato anni, l’ho sognato tutte le notti, ma…vorrei che il giorno in cui faremo l’amore sia un giorno speciale, lo sai per me sarebbe la prima volta.>> Françoise arrossì.  Joe si scansò da lei e si mise a sedere accanto sul letto, anche lei si alzò e si ricompose velocemente, Afferrò la spazzola iniziò a sistemarsi i capelli. <<Sei arrabbiato?>> <<No affatto perché dovrei…>> Joe si alzò e andò incontro poggiandole una mano sulla spalla <<Capisco quello che provi e rispetto le tue scelte.>> <<Dici davvero?>> <<Amore mio ma per chi mi hai preso, non ti costringerei mai a fare qualcosa che non vuoi!>> Françoise appoggiò il suo viso sulla mano di Joe. <<Come mai eri venuto in camera mia?>> il volto di Joe, si fece serio <<Ho avuto un terribile incubo che ti riguardava, anzi riguardava entrambi.>> <<Raccontamelo magari dopo non ti sembrerà così terribile.>> Joe prese fiato e raccontò in breve l’incubo che lo aveva turbato, alla fine del racconto anche Françoise era visibilmente scossa.
<<Deve essere stato terribile? Ora capisco la tua preoccupazione.>>
<<Se tu morissi Françoise, non mi rimarrebbe più nessuno al mondo.>> Joe aveva chiuso gli occhi e la stringeva al suo petto.>> <<Amore non devi preoccuparti, non ho intenzione di morire tanto presto, non ora che sono veramente felice e poi dovrei cedere il passo a una delle tue tante ammiratrice, no non ci penso proprio.>>
<<Françoise lo sai che per me esisti solo tu>> <<Lo spero mio caro altrimenti, dovrai rendermene conto.>>. Joe la baciò dolcemente. <<Ora è meglio che tu vada o gli altri finiranno per insospettirsi.>> << D’accordo, ma non prima di averti baciato un’altra volta.>> <<Ti amo Joe>> <<Anche io piccola>> una lieve carezza sul viso poi Joe si diresse a passi svelti verso la porta.

<<Buongiorno sciupafemmine…>>esordì Bretagna <<Bella questa.>> disse 002 battendo il cinque. <<Mi sono sempre chiesto cosa ci trovano in te le donne di così irresistibile>> <<Sarà la sua faccia da angioletto Jet>> <<Già il visino d’angelo.>> Jet alzò il colletto della sua camicia e mimò un visino angelico. Joe li snobbò. <<Cosa avete contro il faccino di Joe.>> Françoise era apparsa alle loro spalle minacciosa, anzi per meglio dire pronta sul piede di guerra Joe l’aveva vista arrivare prima di tutti e sorrise. <<Nulla per carità, è così carino che a volte anche noi lo troviamo irresistibile non è vero Jet!>> <<Certo come no!>>. L’espressione di Françoise era ancora irritata, ma poi improvvisamente scoppiò in una sonora risata. <<Così mi piacete!>> Poi si diresse a passi svelti verso Joe <<Buongiorno amore mio>> lo abbracciò stretto e lo baciò. Bretagna e Jet rimasero esterrefatti, davanti a quella scena di solito Françoise era una ragazza timida e riservata, ed ora invece sembrava che fosse diventata improvvisamente più sicura di sé. <<Non avevi affermato che era meglio non alimentare le chiacchiere .>> <<Sono stufa di dovermi sempre nascondere Joe, in fondo non c’è nulla di cui doversi vergognare o no!>> <<Pienamente d’accordo>> esordì 007. <<Sei diversa stamattina!>> notò Joe. <<In che senso>> disse mentre deglutiva un sorso di latte. <<non lo so, sembri più risoluta.>> <<Lo sono, Joe da oggi voglio vivere al sole i mie sentimenti e la mia vita, perché rinnegare te vorrebbe dire rinnegare me stessa>> Joe rimase compiaciuto della risposta. <<E poi…>> disse abbassando la voce perché gli altri non potessero udire e avvicinandosi al suo orecchio << Ho ripensato a stamane>> Joe ebbe la sensazione fortissima di una scossa che per alcuni secondi lo aveva attraversato da capo a piedi. <<Beh>> disse poi con disinvoltura <<vado a vestirmi ci vediamo dopo.>> <<Che donna!>> esclamò 007, mi sa tanto che t’ha incastrato. Come ti invidio!>> disse rivolto a Joe. Ma Joe non faceva altro che pensare e quell’incubo, la guerra, il rapimento, e poi la morte di Françoise, perché aveva fatto quel sogno, semplice paura di perderla di nuovo o si trattava di un avvertimento? Joe entrò nella sua camera, il letto era ancora disfatto e le imposte erano chiuse, si sedette lì in silenzio, cercando di capire cosa voleva significare quel sogno. All’improvviso i suoi pensieri furono interrotti da qualcuno che lo aveva afferrato alle spalle, ma dopo l’iniziale disagio, capì al volo di chi si trattava. <<Françoise cosa ci fa qui, ma lei gli tappò la bocca con un bacio. Lo trasse a sé e Joe non oppose resistenza. Solo dopo alcuni secondi, quando l’abbracciò si accorse che era su di lui completamente nuda. Le mani di lei esitarono sulla camicia del pigiama, lentamente mentre lo baciava slacciò tutti i bottoni. <<Perché Françoise…>> <<Perché ti amo Joe.>> fu la sua risposta. Joe si sollevò con il busto, si sfilò la camicia, e poi la strinse a sé, baciò ogni centimetro della sua pelle e sentì il corpo di lei fremere sotto il calore delle sue labbra.>> <<Ti ho sempre desiderata.>> le sussurrò. Françoise lo scostò da sé e lo fece sdraiare nuovamente, accarezzò il suo torace poi le mani di lei iniziarono a scendere lentamente lungo  i suoi fianchi, per poi ricongiungersi sul suo addome  per poi discendere ancora fino alla vita, senza smettere di fissare i suoi occhi  gli slacciò la cinta dei pantaloni e delicatamente lo sfiorò dove sapeva bene che egli avrebbe reagito. Infatti Joe chiuse gli occhi e inarcò leggermente la schiena. Si chinò su di lui e lo baciò. <<Mi vuoi Joe?>> gli sussurrò. Lui aprì gli occhi, la trasse ancora a sé e la baciò nuovamente poi si rigirò finendo su di lei. <<E me lo chiedi?>> Le mani di lei ora accarezzavano la sua schiena, sentiva ogni muscolo del suo corpo contratto. <<Sei davvero sicura di volerlo?>> <<Se non lo volessi davvero ti avrei già chiesto di fermarti.>> Joe la baciò sul collo. Lei lo strinse più forte. <<Amami Joe voglio essere tua, solo tua, per sempre.>> questa frase riecheggiò nella sua mente e gli fece ricordare il sogno che aveva fatto, la sera prima. La sua reazione fu quasi innaturale e spaventò Françoise <<Joe che c’è.>> gli chiese preoccupata. Joe, infatti, si era alzato di scatto e si era seduto, sul bordo del letto, con la testa fra le mani, il volto pallidissimo.
<<Joe, che ti è successo…>> <<Va via Françoise…>> <<Ma Joe…>> <<va via!>> Le urlò. Gli occhi di lei si riempirono di lacrime, non capiva cosa poteva essere accaduto così all’improvviso. Joe era li immobile sembrava un’altra persona, si mise la vestaglia raccolse la sua roba e si avviò verso la porta, esitò alcuni istanti sull’uscio forse sperando che lui la fermasse, che ci ripensasse, ma Joe rimase seduto e non voltò verso di lei nemmeno lo sguardo. Lacrime silenziose scesero sul viso, uscì dalla camera e richiuse la porta alle sue spalle. L’ultima cosa che sentì Joe furono i suoi passi leggeri di lei allontanarsi di corsa e una porta che sbatteva. Sapeva di averle fatto del male, ma il tormento di quell’incubo non voleva abbandonarlo. Una doccia veloce, poi Joe uscì con la sua ferrari partendo a tutta velocità.
<<Ma cosa è accaduto stavolta fra quei due>> Si domandò Jet. <Albert era lì in disparte e non rispose, non sembrava nemmeno interessato all’argomento. <<Perchè dovrebbe essere successo qualcosa!>> chiese 008 <<Perché ho sentito Joe urlare a qualcuno di andare via, e poi ho udito una persona correre nel corridoio e una porta sbattere immagino fosse 003.>> <<Non dovresti occuparti di cose che non ti riguardano>> disse Albert intervenendo finalmente nel discorso. <<004, lo sai bene che siamo tutti affezionati a 003 e a me non va giù che lui la faccia soffrire così, non se lo merita.>> <<Sono grandi abbastanza per badare a loro stessi.>> <<Non ti capisco Albert eppure credevo che anche tu…>> 004 trasalì alle parole di Jet. <<pensavi cosa….>> <<che le volessi bene come tutti noi.>> Albert non rispose. <<Presto correte.>> Bretagna proruppe nella stanza visibilmente scosso e affaticato.>> <<Che altro c’è ora 007>> <<Si tratta di 003, vuole partire…>> a quelle parole tutti i cyborg ebbero un sussulto. <<Ma ne sei sicuro!>> <<Diamine se ne sono sicuro, ha le valige pronte, sono qui fuori.>> << Non la lascerò andare via così.>> Jet corse fuori e gli altri lo seguirono a ruota, anche Bretagna tentò di seguirli ma dopo pochi passi cadde a terra senza forze. Allora si trasformò in un corvo e spiccò il volo.
<<Françoise!!>> Jet la chiamò con tutto il fiato che aveva in gola! Lei si voltò dalla parte in cui veniva il richiamo ma subito dopo riprese a caricare le valige sulla macchina <<Françoise…>> le chiese Jet ansimando ancora per la corsa <<perché vai via…>> Françoise non rispose <<E per Joe, vero?>> Françoise trattenne a stento le lacrime. <<Che ha fatto stavolta quel teppista!>> <<Non chiamarlo così>> <<Ah no, e come dovrei chiamarlo allora.>> <<Lui, lui non ha colpe.>> <<Non capisco perché devi sempre giustificare ogni suo errore.>> <<Non lo sto giustificando!>> <<E’ invece si, lui ti maltratta e tu lo ami, lui ti caccia via e tu lo perdoni…ma quale stupida lo farebbe…>> Jet si rese conto di avere esagerato. Gli occhi di Françoise erano pieni di lacrime. <<Scusami Françoise, io non volevo, sono un’idiota, ma non c’è la faccio più di vederti soffrire per lui, ogni giorno non fa che cambiare idea, prima si, poi forse, poi no, e tu rimani li sballottata di qua e di la, senza sosta >> <<E’per questo che vado via.>> <<Ma non è giusto!>> piagnucolò chang. <<Lo so, ma non posso più vivere sotto il suo stesso tetto. Tornerò a Parigi e mi rifarò una vita, in quanto a voi potrete venirmi a trovare tutte le volte che vorrete.>> <<Françoise resta ti prego.>> <<No Jet non insistere, non posso. Avrei voluto salutare il dottor Gilmore e Ivan ma sono certa che lo farete voi per me.>> <<Come posso convincerti>> Françoise scosse la testa. <<In nessun modo Jet!>> <<allora hai proprio deciso?>> <<Si 005, mi mancherete tutti lo so,>> Françoise sentì le lacrime che fino ad allora aveva trattenuto rigarle il volto. <<Ma non posso fare diversamente.>> Punma gli si avvicinò. <<Se pensi che sia l’unica soluzione allora fallo, ma promettici che ci scriverai, che rimarremo in contatto.>> Françoise sorrise fra le lacrime.>> <<Ve lo prometto amici miei.>> Bretagna si fece avanti. <<Tieni 003, non è molto è un piccolo pensiero che ti aiuterà a sentirti meglio>>. Sul palmo della mano teneva un piccolo carrillon a forma di ballerina, lo caricò e la piccola ballerina iniziò a volteggiare. <<E’ meraviglioso Bretagna ti ringrazio.>> <<Prego disse diventando tutto rosso in viso.>> L’espressione imbarazzata di 007 fece sorridere Françoise. <<Beh ora il regalo lo hai fatto tu a me>> <<Cosa? >> <<Il tuo sorriso, cerca di non perderlo mai Françoise anche nei momenti tristi e non fare l’errore che feci io, di buttarmi nella disperazione, trova nella danza il tuo scopo di vita soprattutto se ti da serenità.>> <<E’ bravo il nostro Bretagna>> gli disse 002 dandogli uno schiaffo fra capo e collo. <<Da quando in qua sei diventato un filosofo.>> <<Modestamente lo sono sempre stato, ma nessuno di voi mi ha mai considerato come meritavo.>> <<Io si >> ribatté Chang, <<Ho sempre saputo che dietro quell’aria da tonto si nascondeva un cuore grande.>> <<Grazie per il tonto.>> <<Prego ci mancherebbe.>> <<Non ti smentisci mai vero nanerottolo.>> disse dandogli un pugno in  testa. 006 cercò di restituirgli il  pugno ma 007 si ritrasformò in un  corvo. <<Sta attento 007>> lo avverti 005 << o stasera mangeremo arrosto>> Bretagna svolazzò su di loro e poi si posò sulla spalla di Françoise. <<Uffa non mi apprezza mai nessuno...>> 003 gli accarezzò la testa, <<Nessuno a parte me lo sai..>> 007 arrossì di nuovo e con l’ala si grattò la testa <<eh si,>> sospirò <<cosa gli farò mai alle donne.>> disse compiaciuto <<Ridere…Bretagna! Le fai solo ridere.>> Bretagna cadde dalla spalla di Françoise, riassumendo le sue sembianze. Siete tutti cattivi, disse voltando lo sguardo da un’altra parte e assumendo la faccia da bimbo imbronciato.
<<Ora è meglio che vada o perderò l’aereo.>> <<abbi cura di te.>> <<lo farò Punma grazie!>> <<scrivici ogni tanto!>> incalzò 006 <<Contateci. Ciao Bretagna e grazie di tutto.>> 007 si alzò in piedi con un  gesto repentino. <<Se avrai bisogno di altri consigli sai dove trovarmi.>> <<d’accordo.>> disse sorridendo << A presto.>> Françoise fece manovra salutò per l’ultima volta i suoi amici e partì velocemente. I Cyborg rimasero li a guardarla fin quando la sua macchina non fu più visibile poi tornarono rincasarono. Molte ore più tardi Joe rientrò, sembrava apparentemente tranquillo, entrò nella sala dove tutti lo stavano aspettando. <<Ciao a tutti>> fece un cenno con la mano, nei suoi occhi si poteva ancora leggere un po’ d’angoscia, ma forse quelle ore a sfogarsi gli avevano in parte schiarito le idee. Jet si alzò dal divano gli andò incontro e si fermò a qualche passo da lui, il suo sguardo era impassibile. <<Che c’è Jet, perché mi guardi così>> Le mani di Jet tremavano, fu una reazione causa effetto, probabilmente, vederlo tranquillo come se non fosse accaduto nulla mentre aveva visto Françoise annientata dal dolore, gli fece salire la rabbia. Serrò il pugno e prima che Joe potesse in qualche modo reagire lo colpì scaraventandolo a terra. <<Ma sei impazzito!>> <<Stava per colpirlo ancora ma 005 lo afferrò e lo trattenne. <<Lasciami 005 devo dare una lezione a questo damerino.>> Ma 005 strinse la stretta. <<E’ così vorresti darmi una lezione.>> Disse Joe alzandosi e passando la mano sulla la bocca <<Per me va bene andiamo fuori>> <<Quando vuoi fratellino.>> <<Ora basta>> tuonò Albert mettendosi fra loro. <<Jet non ti sembra di esagerare!>> <<Affatto 004, devo dargli una lezione a questo teppistello, ci metto cinque minuti e lo riduco in maniera tale che nemmeno sua madre sarà  più in grado di riconoscerlo.>> a quelle parole Joe si lanciò nuovamente su jet ma 004 lo trattenne. <<Ora basta voi due!>> <<lasciami 005 devo picchiarlo>> sbraitava Jet. <<Insomma finitela.>> Intimò il dottor Gilmore entrando nella stanza. <<Cosa succede qui>> Subito gli animi si quietarono. <<Allora posso sapere che succede! Jet?>> <<Lo chieda a questo teppista>> <<Jet non ti permetto di…>> Joe cercava di svincolarsi da 004 per lanciarsi addosso a Jet <<Basta!>> tuonò Gilmore. <<Jet vuoi dirmi che diavolo succede!>> <<Per colpa di questo…di questo…insulso, la nostra Françoise se ne è andata!>> a quelle parole Joe avvertì un sussulto ed ebbe la netta impressione che il mondo gli stesse per cadere addosso. Come se avesse perso improvvisamente ogni forza smise di lottare con 004 per liberarsi della presa. <<E’ quando è successo?>> <<Stamane e non siamo riusciti in alcun modo a trattenerla dottore.>> Joe che fino ad allora era rimasto in silenziò proruppe: <<E si può sapere perchè diavolo non me lo hai detto subito!>> <<Perché non ti meriti nulla, hai un tesoro fra le mani, e tu non fai altro che sputarci sopra.>> <<Dov’è andata?>> <<Non te lo dirò mai.>> <<E’ tornata in Francia?>> <<Da noi damerino non saprai mai nulla, se ci tieni tanto a lei scopri da solo dov’è.>> <<002 ti prego è importante, devo sapere dov’è.>> Joe ora non voleva più combattere ma sapere a qualunque costo dove fosse finita Françoise. <<Te lo ripeto nessuno di noi ti dirà nulla!>> <<Aveva l’aereo stamane per Parigi>> esordì Punma. <<Ma sei impazzito perché glielo hai detto.>> <<Perché 002…Françoise non ci ha chiesto di tenere nascosta la sua destinazione a Joe e comunque 003 è mia amica tanto quanto 009.>> << ti ringrazio 008.>> Joe attraversò la stanza di corsa montò in macchina diretto a folle velocità verso l’aeroporto <<Io non ti capisco Punma. Come  puoi definirti suo amico dopo questo.>> <<Bastava che leggessi la disperazione negli occhi di Joe, mentre ti chiedeva di lei in loro avresti trovato la risposta alla tua domanda.>> Jet ammutolì. Forse aveva capito di cosa parlava 008.

 

Capitolo 2

L’aereo di Françoise atterrò a Parigi, rivedere la sua amata città la fece sentire meglio. Chiamò un taxi e si fece accompagnare a casa dei suoi genitori. Quando arrivò davanti la porta di casa sua sentì una forte emozione, era passato tanto tempo dall’ultima volta che li aveva visti. Si erano scritti  e spesso si erano anche telefonati, ma erano circa due anni che non che non li andava a trovare, quando sua madre glielo  aveva chiesto, aveva sempre trovato una scusa per non andare, forse perchè non sopportava l’idea di mentire su di sé, loro non sapevano che era un cyborg e mai avrebbero dovuto saperlo, però guardarli in viso e nascondergli quella tremenda verità per lei era troppo, ora però aveva bisogno del loro amore per superare questo momento difficile. Mentre esitava li con il dito sul campanello, la porta si aprì e si trovò faccia a faccia con sua madre. <<Françoise, sei proprio tu…>> sibillò lasciando cadere la borsa, si mosse verso sua figlia visibilmente commossa e poi la strinse a sé. <<La mia bambina è tornata.>> disse piangendo Anche Françoise non nascose le lacrime e abbracciò sua madre. <<che sciocca sono ti sto lasciando qui sulla porta, entra in casa piccola mia.>> <<Jean Paul e papà sono in casa?>> <<No Françoise sono all’aeroporto, sai danno lezioni di volo.>> <<Anche papà?>> <<Sapessi quante volte ho cercato di dissuaderlo ma non c’è stato verso, sai bene quanto è testardo quando si mette una cosa in testa.>> <<Lo so, mamma , lo so.>> <<E tu piccola che mi racconti, c’è l’hai un fidanzato!>> <<Ma no mamma! Che dici?>> <<E’ quel Joe di cui mi parlasti una volta?>> Françoise sussultò. <<non è mai stata una vera e propria storia…non siamo mai stati insieme ufficialmente e poi lui…>> esitò guardando nella tazza di the che teneva in mano, per non incrociare lo sguardo di sua madre. <<Gli uomini, mai con loro, ma mai senza di loro, cosa sarebbe la vita senza amore, non credere che sia sempre facile, anche tu padre ed io litighiamo a volte, ma come sai oramai sono quasi 30 anni che stiamo insieme.>> <<Tu ami ancora papà?>> <<Come quando l’ho conosciuto, me lo ricordo ancora. Mi salvò da dei teppistelli che volevano picchiarmi>>.
<<Già ma poi le prese come pochi.>> <<Però fu molto coraggioso e si sacrificò per salvare me.>> <<Da loro non ci siamo mai lasciati e abbiamo diviso insieme momenti belli e brutti.>> <<Anche tu sei innamorata, lo leggo nei tuoi occhi,quando prima ho pronunciato il nome di quel ragazzo sei quasi saltata sulla sedia.>> <<Scusami mamma ma non ho voglia di parlare di lui ora.>> disse posando la tazza sul tavolo. <<D’accordo, quando ti sentirai mi racconterai tutto.>> Ora viene ti faccio vedere una cosa.>> Françoise e sua madre salirono le scale e si diressero verso il corridoio ai lati del quale c’erano le stanze da letto. Sostarono di fronte alla prima porta, Françoise la riconobbe essere la sua stanza. Aprì emozionantissima la porta è ciò che vide la riempì di gioia e le fece fare un salto indietro a quando era piccola è quella stanza era tutto il suo mondo. Sui mobili c’erano ancora i suoi peluche e fra i peluche vide  Emily, la sua bambolina preferita, era una ballerina e i suoi genitori gliela avevano regalata per il suo primo saggio di danza, Da allora ogni volta che aveva una competizione la portava con sé come porta fortuna  <<Sapevo che prima o poi saresti tornata, perciò, ho lasciato la tua camera e le sue cose al loro posto sapendo che ti avrebbe fatto piacere ritrovarle.>> <<Oh, mamma>> le disse Françoise gettandole le braccia al collo. <<Ti voglio bene.>>

Anche Joe a notte fonda arrivò a Parigi, era stanco e decise di alloggiare in un albergo e dormire un po’ anche se dubitava di riuscirci, il giorno dopo lo avrebbe dedicato alla ricerca di Françoise.

<<Buongiorno mamma.>> <<Dormito bene piccola?>> <<Si mamma, mi ero dimenticata di quanto fosse comodo il mio lettino.>> <<Sono contenta ora devi fare una bella colazione, voglio portarti un po’ in giro per Parigi a fare compere.>> <<Papà e JeanPaul sono già usciti?>> <<Pochi minuti fa ma rientreranno per pranzo>> <<ora però sbrigati dobbiamo uscire subito,>> <<Ma mamma non ho bisogno di vestiti, ne ho tanti nella valigia.>> <<Dai retta alla mamma, ti farò bene distrarti e poi se lo desideri puoi raccontarmi cosa ti rende così tanto triste.>> <<Si vede così tanto mamma?>> Direi di si e poi stanotte sono passata davanti la tua camera e ho sentito che ti lamentavi, mi sono avvicinata per svegliarti e ti ho visto piangere e nel sonno nominavi quel ragazzo, Joe mi pare che si chiama non è vero?>> Françoise non rispose <<Dai non fare quel visino, non devi parlarmene ora, avremo tempo di chiacchierare di lui.>>
Joe intanto si era messo alla ricerca di  Françoise la prima persona da cui si recò fu Cathrine.
<<…E’ così è fuggita.>> disse sorseggiando il caffè. Joe le aveva raccontato in larghe linee cosa era successo fra loro. <<Devi aiutarmi Cathrine solo tu puoi dirmi dove posso trovarla!>> <<Mi dispiace Joe non so che dirti, io non l’ho ancora sentita, ma ti prometto che se dovesse farsi viva sarai la prima persona che avvertirò. <<Ti ringrazio. Se dovessi avere sue notizie avvertimi a qualunque ora, questo è il numero del mio albergo.>> le disse porgendole un biglietto da visita <<Stanne certo.>> <<Grazie ancora Cathrine.>> Joe si congedò, chiuse la porta e scese le scale, si guardò intorno prima di scegliere da che parte andare, sollevò il bavero del cappotto e prese la strada che lo avrebbe condotta all’albergo. L’inverno era molto freddo a Parigi, ma a  lui parve che quell’anno lo fosse di più di altri, forse perché questa volta non era come le altre volte, era solo a passeggiare per le strade affollate, non c’era Françoise accanto a lui. Sollevò lo sguardo al cielo, era grigio e gravido di nuvole, si avvicinava una nevicata. Joe strinse il cappotto e a passi svelti si diresse verso l’albergo.

Il trillo del telefono, costrinse Cathrina e uscire dalla doccia. Si affrettò a rispondere prima che il telefono smettesse di squillare. <<Pronto sono Cathrine chi è?>> <<Ciao Cathrine, sono Françoise>> <<Françoise cara. Come stai?>> <<Diciamo bene, mi trovo a Parigi!>> <<A Parigi?>> Disse fingendo di essere sorpresa. <<Dove alloggi>> <<Sono a casa dei miei.>> <<Avrei tanta voglia di vederti Françoise.>> <<Per me va bene potremo vederci al caffè dell’opera fra un’oretta, d’accordo?>> <<A fra un’ora allora!>> Cathrine attacco il telefono e compose il numero dell’hotel dove alloggiava Joe.
<<Buongiorno hotel La Fayette >><<Buongiorno avrei necessità di parlare con una persona che alloggia nel vostro Hotel Il signor Shimamura, Joe Shimamura.>> <<In questo momento non è nella sua camera è uscito qualche ora fa e ancora non ha fatto ritorno.>> <<capisco potrebbe lasciargli detto che lo ha chiamato la signorina Cathrine e che sarebbe il caso che mi richiamasse ho un’informazione urgente da dargli.>> <<Certo signorina al suo rientro la farò richiamare, Arrivederci.>> Cathrine mise giù la cornetta poi corse a prepararsi per l’appuntamento con la sua più cara amica d’infanzia.

All’opera di Parigi Françoise attendeva nervosamente l’arrivo di Cathrine. All’improvviso vide qualcuno arrivare di corsa farle un cenno con le mani.
<<Françoise, Françoise.>> <<Cathrine…>> Françoise le andò incontro e le due amiche si abbracciarono. <<Quanto tempo che non ci si vedeva.>> <<Troppo, hai ragione ad avercela con me.>> <<Ma io non c’è l’ho con te, capisco bene cosa ti ha tenuta lontana.>> Françoise non rispose. Cathrine capì che parlare di Joe le faceva male e non insistette. <<Prendiamo un caffè Françoise e raccontami tutto quello che hai fatto in questo tempo.>> <<Non c’è molto da dire>> <<No importa vorrà dire che parleremo anche di altre cose, magari dei nostri progetti futuri.>> <<Stai ancora con Philippe.>> <<Si e guarda qui!>> Cathrine alzò la mano sinistra. <<Ma quella è una fede!>> <<Si io e Philippe ci siamo sposati fra pochi giorni sarà un anno.>> <<Sono così felice per te.>> Cathrine decise di affrontare ancora l’argomento che da parecchio Françoise cercava di evadere. <<E fra te e Joe come va?>> <<Non va, o meglio non è mai andata fra noi.>> <<Eppure mi dicesti per lettera che lui ti amava sopra ogni cosa?>> <<Già ma ora non lo so più cosa prova per me.>> <<E’ per via di lui che sei qui.>> Françoise annui. <<Cosa è successo stavolta.>> <<E’ una storia lunga, non saprei neanche da dove cominciare.>> <<comincia dall’inizio sfogarti ti farà bene.>> Françoise raccontò tutto a Cathrine e lei rimase scossa nel sapere che Joe l’aveva cacciata. <<Comunque non è andandosene che si risolvono i problemi, dovresti affrontarlo direttamente.>> <<Non capisci Cathrine io non c’è l’ha faccio più. Stare con lui a volte e peggio che starne senza.>> <<Ma ti manca lo stesso vero?>> Françoise non potè mentire alla sua amica <<Come l’aria che respiro.>> <<Sono certa che Joe avesse qualche motivo per comportarsi così.>> <<Devi promettermi che se dovesse mettersi in contatto con te non gli dirai né di avermi vista né che sono a Parigi. Giuralo>> Cathrine esitò <<Devi promettermelo.>> disse poggiando la sua mano su quella della sua amica. Cathrine annui <<Te lo prometto Françoise, ma sei sicura che non finirai per pentirti della tua scelta.>> <<Non lo so se un giorno mi pentirò di questa decisione, ma devo assolutamente dimenticarmi di lui, di averlo conosciuto, di averlo amato con tutta me stessa.>> ma mentre lo diceva le lacrime le rigarono il volto.

<<Cathrine mi hai cercato, novità su Françoise.>> <<Si e no, ma preferisco dartele di persona.>> <<Vengo da te.>> <<Va bene.>> <<Allora fra mezz’ora sono lì.>> Joe riattaccò senza nemmeno salutarla, era troppo ansioso di sapere di Françoise.
Mezz’ora dopo Di joe bussò alla porta di Cathrine.
<<Ciao, sono arrivato prima che potevo,>> disse levandosi il cappotto.
<<Sei stato praticamente un razzo. Siediti dai ti porto un caffè?>>
<<Ti ringrazio.>> Joe si sedette e Cathrine andò in cucina a preparare il caffè.
Il ragazzo iniziò a tamburellare con il piede nervosamente. Dopo alcuni minuti Cathrine lo raggiunse con due tazze fumanti di caffè. <<quanto zucchero?>> <<Un cucchiaino, grazie.>> <<Sei molto nervoso, forse era meglio prepararti una camomilla.>> Joe sorrise. <<Mi dispiace, scusami.>> <<Non devi ti capisco sai.>> <<Allora hai visto Françoise, ti ha telefonato!>> <<Mi ha telefonato e ci siamo viste.>> <<E’ davvero qui a Parigi allora?>> <<Si, ma mi ha fatto promettere che non ti avrei detto nulla.>> <<Cathrine te ne supplico è importante.>> <<Françoise mi ha raccontato tutto nei minimi particolare, so che l’hai cacciata come dalla tua camera.>> <<E’vero, ma io…te l’ho spiegato quel sogno che ho fatto mi tormenta, giorno e notte.>> <<Joe ma si è trattato solo di un sogno.>> Joe scosse la testa. <<Per me no, era una premonizione.>> <<Andiamo non crederai a queste cose, ti stai lasciando sfuggire l’amore della tua vita per una premonizione? Rifiuti di amarla per paura che muoia?>> <<Lo so è ridicolo, ma la cosa più grave e che non mi sento in grado di proteggerla.>> <<Il tuo amore la proteggerebbe. Lo so che hai avuto un’infanzia difficile, Françoise me lo ha raccontato, ma non credi sia il momento di aprirsi un po’ agli altri, quantomeno a Françoise che in tutti questi anni ti è rimasta fedelmente accanto? Lei non hai mai avuto un tentennamento, non è mai tornata sui suoi passi. Lei ti ama incondizionatamente e nonostante tutto, anche ora, per quando lei cerchi di mentire a sé stessa.>> <<se tu vuoi sapere dov’è, io posso dirtelo, ma lo farò solo quando sarò certa che tu non la farai più soffrire.>> <<E’ per quello che le sono corso dietro!>> <<Ma non serve. Prima la fai scappare e poi le  corri dietro, questo continuò tira e molla deve finire!>> <<Cathrine…>> <<Françoise è amica mia dall’infanzia e per me è come una sorella, e non voglio contribuire a farle del male perché è l’ultima persona al mondo che meriti di soffrire.>>
<<Capisco quindi non hai intenzione  di dirmi, dov’è!>> Cathrine non rispose. Joe si alzò. <<E’ va bene>> disse posando la tazza e infilandosi il cappotto <<Hai intenzione di tornare in Giappone?>> <<No Cathrine dimostrerò a Françoise il mio amore, non rinuncerò a lei tanto facilmente, anche se tu non vuoi dirmi dov’è non importa, la troverò ugualmente, a costo di scandagliare Parigi palmo a palmo, ci metterò più tempo ma alla fine la troverò.>> Cathrine rimase colpita della parole di Joe. <<Aspetta, se dovrai girare Parigi palmo a palmo ci metterai settimane forse mesi.>> <<Non mi importa ho tutto il tempo.>> Joe aveva afferrato la maniglia della porta.>> <<Rue del la Concorde. Nella casa di suo padre.>> Joe rimase esterrefatto si girò di scatto e Cathrine gli andò incontro. <<Sia ben inteso però io non sono stata a dirtelo.>> <<Joe l’afferrò e le diede un bacio sulla guancia. <<Grazie Cathrine.>> le disse poi uscì di corsa e si diresse verso la stazione dei taxi. Cathrine rimase immobile con la mano poggiata sulla guancia che Joe aveva baciato. <<Però ora capisco cos’ha di tanto speciale quel ragazzo.>>

Joe si fece accompagnare dall’autista in  Rue de la Concorde, ma si fece lasciare poco prima della villa, pagò l’autista e gli lasciò una lauta mancia. Il tassista lo ringrazio, ma Joe gli rispose distrattamente, poi si avviò, la casa di Françoise era a pochi passi. Arrivato di fronte la casa cominciò a sentire un groppone alla gola, finalmente era arrivato, guardò in alto la villa era imponente. Salì i pochi gradini e suonò il campanello. Un ragazzo aprì la porta. <<Si buonasera chi cerca?>> <<Mi scusi per l’orario io sono Joe Shimamura e sono un amico di Françoise.>> <<Ma certo Joe è di sopra si sta vestendo per la cena, ma vieni entra lì fuori si gela.>> <<Ti ringrazio.>> <<Io sono il fratello di Françoise mi chiamo Jean Paul, piacere di conoscerti Joe, abbiamo molto sentito parlare di te,e non solo per le tue vittorie in formula 1>> Joe arrossì <<Anche io ho sentito parlare molto di voi.>> <<Papà, mamma guardate chi è venuto a trovarci?>> <<Oh Jean ma chi è questo ragazzo.>> <<Lui è Joe, il fantomatico Joe.>> <<Che piacere conoscerti ragazzo mio, era ora che noi ci conoscessimo.>> <<Il piacere è tutto mio signora.>> <<Non chiamarmi signora mi fai sentire vecchia, chiamami Floriane <<D’accordo Floriane.>> <<Questo è Pierre mio marito>> <<Piacere ragazzo è un autentico onore ospitare nella mia casa il campione del mondo indiscusso di formula Uno.>> <<Ti fermi per cena vero Joe>> <<No sig.. Floriane, non è necessario dovrei solo parlare un momento con Françoise.>> << Te la chiamo subito>> Floriane salì  le scale di corsa e si diresse a passi veloci verso la camera di Françoise.
<<Tesoro posso entrare>> chiese bussando. <<Certo mamma, entra pure.>> Floriane aveva un largo sorriso dipinto sul volto.<<Che hai mamma come mai quell’espressione così gioiosa.>> <<Non indovinerai mai chi è venuto a trovarti!>> <<Non ne ho la minima idea Cathrine l’ho vista nel pomeriggio.>> <<No, non è Cathrine,>> disse quasi delusa dalla risposta della figlia <<dai riprova…>> Françoise fece un sussulto <<Joe…>> <<Si mia cara e devo dire che è molto più carino di come si vede in televisione…>> ma Françoise non la stava nemmeno ascoltando. <<Joe è qui.>> <<Si tesoro ed qui per te.>> Françoise si riprese. <<Non voglio parlargli.>> <<Ma cara che dici>> <<Non ho intenzione di parlare con lui te lo ripeto.>> <<Qualunque cosa è successa fra voi non sarebbe meglio chiarirla subito?>> <<Non ho nulla da dirgli>> <<Sei testarda come tuo padre. Quel poveretto si è fatto tutto il viaggio fino a qui per te, potresti almeno sentire cosa ha da dirti.>> Françoise ci pensò, <<Hai ragione è giusto che ci parli così potrò dirgli tutto quello che fino ad ora ho dovuto ingoiare per causa sua.>> Françoise di diresse verso la porta e uscì di corsa, la  madre le corse dietro. Scese le scale velocemente e quando scese l’ultimo gradino, Lo vide…era li seduto sul divano a chiacchierare con suo padre, vederlo le causò un tuffo al cuore. Fu Jean Paul ad accorgersi di lei. <<Eccoti sorellina.>> Avrebbe voluto sparire. Joe smise di chiacchierare e si alzò in piedi guardandola fissa negli occhi, poi le rivolse un sorriso dolcissimo al quale Françoise non potè non rispondere. <<Vieni avanti cara, Joe è qui per te,>> Françoise avanzò lentamente, cercò in tutti i modi di nascondere i suoi sentimenti, ma come poteva, vederlo gli aveva causato un’emozione fortissima ed era troppo difficile nasconderla.
<<Ciao Joe, >> <<Ciao Françoise>> i loro sguardi si incrociarono e in istante si dissero tutto quello che le parole non bastavano a descrivere. <<Perché non andate a parlare nello studio. Starete più comodi>> Françoise andò avanti e Joe la seguì, entrarono in una porta che li condusse in un ingresso, dove c’erano altre stanze, ora erano soli. Françoise poteva sentire il suo cuore battere talmente forte che ebbe paura le potesse uscire dal petto. Joe accelerò il passo. <<Eccoci.>> Aprì la porta ed entrarono in camera grandissima piena di libri al centro c’era una scrivania e su una parete era appoggiato un piccolo divano e sull’altra un angolo bar Joe entrò senza fiatare. <<Accomodati Joe anche sul divano.>> <<E tu?>> <<preferisco restare in piedi. Vuoi qualcosa da bere.>> <<No ti ringrazio ci ha pensato tuo padre.>> <<Allora cosa dovevi dirmi.>> disse cercando di mantenere un tono distaccato <<Françoise, sono venuto qui per riportarti a casa con me.>> Françoise alzò il viso e lo guardò. <<E chi ti dice che voglia tornare a casa con te.>> <<Intanto devo scusarmi con te, mi sono comportato male, anche se lo so che le scuse non sono sufficiente ti prego di accettarle.>> <<E poi…>> <<E poi lo sai che ti amo.>> Françoise si girò di scatto.<< Questo è quello che dici a parole ma non sembra essere quello che pensi e dimostri a fatti.>> <<Françoise lo so che è difficile credermi, ma ti prego ascoltami.>> <<Mi dispiace Joe, mi hai umiliata una volta di troppo e proprio quando avevo deciso di dare tutta me stessa a te.>> <<Amore ti chiedo perdono…>> <<E’ facile chiedere scusa…>> disse allontanandosi  <<Certo ora mi chiedi scusa,  e perché no magari torniamo anche insieme, ma poi? Chi mi dice che fra un mese non mi troverò punto e a capo, o magari anche prima.>> <<Stavolta no.>> <<Lo hai già detto altre volte Joe e altrettante volte hai mancato alla tua parola>> <<Dammi l’ultima possibilità, se non dovesse essere come promesso sparirò dalla tua vita per sempre, non sentirai mai più parlare di me.>> <<E’ difficile non sentire parlare di te, sei su tutti i giornali e in televisione.>> <<Françoise ti prego, guardami…>> Joe le sollevò il viso con le mani. <<Guardami negli occhi stavolta sarà diverso te lo giuro.>> <<Non posso Joe, la mia incrollabile fiducia in te è venuta  a mancare. E poi ha ragione Jet, non posso sempre perdonare ogni tuo errore, giustificare ogni tuo sbaglio.>> <<Jet non capisce cosa c’è fra noi due…>> <<Nemmeno io lo capisco più Joe.>> Quella frase fu una pugnalata per Joe. <<Mi stai dicendo che non sai se mi ami ancora oppure no.>> <<Ti sto dicendo che ho bisogno di tempo, Joe e che ora su due piedi non posso decidere nulla.>> <<Ho capito Françoise e non ti biasimo, come ti dissi già una volta non intendo forzarti a fare cose che non vuoi.>> Françoise chiuse gli occhi. <<Mi dispiace, Joe, ma devo prima mettere chiarezza nelle mie idee, un periodo di lontananza ci schiarirà le idee.>> <<Io le ho già chiare le mie, so cosa voglio.>> <<Avresti dovuto capirle tempo fa,>> <<Sbagliare è umano>> <<Ma perseverare e diabolico, perciò ho bisogno di tempo.>> <<Come vuoi. Posso solo chiederti una cosa?>> <<Dimmi>> <<Posso, ho bisogno, di tenerti stretta a me, posso abbracciarti, anche se è l’ultima volta?>> <<Meglio di no, è meglio evitare contatti fra noi. Servirebbero solo a confonderci ancora di più le idee.>> <<Capisco e forse hai ragione.>> sospirò <<Mi dispiace Françoise di averti disturbato, forse, in fondo, sarebbe stato più giusto che non fossi mai venuto fin qui>>. <<Joe…>> Françoise si voltò. Lui era lì fermo davanti la porta. <<Ma me lo sono meritato, l’ho ammetto, chi sbaglia paga e adesso dovrò solo raccogliere i cocci. Spero che tu possa essere felice Françoise, che tu diventi la più grande ballerina del mondo e che tu possa trovare qualcuno che sappia amarti come io non ho saputo fare.>> Si voltò verso di lei e le sorrise dolcemente. Addio amore mio…>> Joe aprì la porta e poi la richiuse, Françoise udì i sui passi nell’ingresso una porta aprirsi e richiudersi, poi più nulla. Corse alla finestra da lì poteva vederlo. Joe s’incamminò sulla strada per l’aeroporto. Il freddo era pungente, ma a lui non importava, mentre si lasciva alle spalle Parigi piccoli fiocchi di neve cominciarono a cadere, sembrava lacrime cristallizzate come se anche il cielo stesse piangendo insieme a Françoise e a Joe.

 

Capitolo 3

Natale si avvicinava e tutta Parigi venne illuminata da luci, alberi di Natale, festoni e ghirlande di fiori. Le gioia delle persone, i fidanzati che camminavano mano nella mano sotto la neve, le voci dei bambini, l’atmosfera surreale, mettevano tanta tristezza a Françoise, era passato solo un mese dall’addio con Joe e per lei era sempre un dolore troppo forte.
<<Sei sicura di voler restare a casa tesoro?>> <<Si mamma lo preferisco.>> <<D’accordo..>> le disse dandole un bacio sulla fronte. <<Faremo presto te lo prometto.>> <<Tranquilla non sono più una bambina.>> <<Lo so mia cara, sei una donna ora.>> Françoise sorrise. Andò alla finestra sua madre prima di salire in auto le fece un cenno di saluto con la mano che lei ricambiò, rimase lì a guardare mentre l’auto si allontanava sotto la neve. Non sapeva che fare ora che era sola, si mise sul divano e accese la tv, ma non c’era nulla che attraesse la sua attenzione, spense il televisore, è senza nemmeno sapere perché si mise a fissare il soffitto i suoi pensieri volarono lontano ai tempi felici, poi piano, piano i suoi occhi si chiusero e lei si addormentò.
<<Che natale brutto è questo>> disse 007 <<ricordate era sempre 003 ad abbellire l’albero!>> <<Già e non voleva che le dessimo una mano.>> aggiunse 008 <<Quando tu e 006 litigaste al punto che un fiammata di 006 lo incenerì, ci rimase malissimo.>> <<Me lo ricordo 002, ma poi ne comprammo uno più grande e più bello e lei ne fu felice.>> disse aprendo le braccia<<Chissà cosa sta facendo ora…>> disse Jet fissando la neve scendere silenziosa. <<Perché non andiamo a Parigi>> esordì 005. <<Sono certo che le farà piacere.>> aggiunse <<Bella idea 005 non potevi averne una migliore.>> rispose entusiasta Bretagna <<In fondo non mi sembra una cattiva idea>> affermò ad alta voce Punma. <<E’ fantastica corro in camera a prepara le valige…>> <<Povero 007 sembra davvero che senta la mancanza di Françoise>> <<La sentiamo tutti la sua mancanza 008>> sospirò 004. <<Albert, ma allora anche tu…>> <<da quando è andata via è come se anche tutta la gioia che c’era prima se ne fosse andata con lei, da quanto 007 e 006 non litigano, e tu 002 sei diventato più taciturno e silenzioso.>> <<Tutti a modo nostro le volevamo bene.>> disse Jet guardando fuori <<Joe ha fatto una sciocchezza e non avrà mai abbastanza tempo per pentirsene.>> sentenziò <<Già anche lui non è più lo stesso, prima si divertiva a fare delle gare di corsa ora sta ore e ore chiuso in camera sua.>> confermò 006 <<Povero Joe vorrei che fra loro ritornasse tutto com’era.>>ribadì 008 <<Già,lo vorremmo tutti.>>affermò pensoso Jet. <<Come mai Bretagna corre in quel modo?>> <<Joe sei finalmente uscito dalla tua stanza.>> <<Solo per mangiare qualcosa Punma.>> <<Stiamo organizzando un viaggio per Natale!>> spiegò Jet <<E dove andate di bello..>> <<Perché vorresti venire anche tu?>> <<Dipende dalla destinazione.>> Jet guardò Albert. <<Noi partiamo per Parigi.>> Quello che Joe stava ingoiando quasi lo strozzò. <<A Parigi, hai detto?>> <<Si da Françoise, faremo venire anche il dottor Gilmore, sono certo gli farà piacere rivederla.>> <<Già e a te non farebbe piacere Joe.>> chiese Albert. Joe chiuse il frigo e aprì una lattina. <<Non credo sarebbe entusiasta di rivedermi.>> <<Per me ti crei troppi problemi.>> spiegò Jet. <<Andate voi e se dovesse chiedere di, me salutatela da parte mia, affermatele che, ma no, non ditele nulla.>> Joe uscì dalla stanza, ora sembrava ancora più sofferente di prima. <<Forse non avremmo dovuto dirgli dove andavamo.>> affermò Geronimo.
<<E’ solo uno sciocco testardo, anzi a dire la verità sono una coppia di testardi.>> <<Confermo a pieno 002>> asserì Albert. <<di chi parlate?>> <<Dottore buonasera.>> disse Jet facendo un cenno con la mano <<Parlavano di Joe e Françoise.>> Il dottore si fece pensieroso <<Quei due non li capisco>> disse  muovendosi verso la finestra con le mani dietro la schiena e lo sguardo basso. <<Non fanno altro che farsi del male, e poi soffrono in silenzio, l’uno lontano dall’altro.>> <<E’ proprio per questo che noi avremo deciso di andare a Parigi.>> spiegò Jet, <<vogliamo sapere come sta Françoise e poi qui manca a tutti.>> continuò <<Vi capisco manca anche a me e  a 001.>> <<Perché dottore non viene con noi, così potrà rivederla!>> <<Ma qui, ho tanto da fare…>> <<Al diavolo dottore è Natale almeno in questi giorni si conceda una pausa!>> <<E Joe che farà?>> <<Lui ha detto di non voler venire, pensa che Françoise non voglia vederlo.>> <<Che pasticcio.>> sospirò Gilmore. <<Allora dottore possiamo contare su di lei?>> <<Certo ragazzi mi farà bene una pausa,>> <<Fantastico allora tutti a preparare le valige.>> li incitò Jet.

Françoise dal canto suo faceva il possibile per occupare le sue giornate con la danza. Rimaneva ore ed ore nella palestra a provare. A giorni avrebbe avuto uno spettacolo e doveva tenersi in forma. <<perché non smetti un po’ cara.>> <<Non posso mamma, devo provare.>> <<Ma sono ore che sei qui. Vieni a bere del the l’ho preparato proprio ora!>> <<Non mi va?>> <<Non ti fai del bene così lo sai?>> <<E va bene, arrivo.>> disse prendendo un asciugamano e asciugandosi il sudore.
In quell’istante squillo il telefono. <<Si buonasera casa Around>> <<Ciao Françoise sono Albert.>> <<Albert ciao come stai?>> <<diciamo che sono stato meglio, ma tu come stai.>> <<Sopravvivo anche io.>> <<Senti Françoise, qui i ragazzi hanno una grande nostalgia di te, me compreso ovviamente, e per questo avevamo pensato di venire a trovarti e passare con te qualche giorno, che ne pensi?>> <<E’ fantastico Albert, ma certo che mi fa piacere.>> <<Fantastico allora partiamo con il primo aereo, ah, verranno anche il dottore e Ivan.>> <<Benissimo ho tanta voglia di rivederli.>> <<Bene allora appena arriviamo ti chiamiamo dall’albergo.>> <<D’accordo a presto allora.>> Françoise era raggiante. <<che cambiamento, deve essere stata qualche buona notizia.>> <<ottima mamma, i miei più cari amici verranno a Parigi  a trovarmi!>> <<Devo essere davvero importanti come amici.>> <<Per me sono come dei fratelli.>> <<Lo si vede, ti è bastato solo sapere che stanno per venire qui che ti è tornato di nuovo il sorriso.>> <<Hai ragione mamma, mi sono troppo lasciata andare in questo mese, ma ora voglio cercare di superare le mie angosce>> <<Sono felice tesoro che tu voglia finalmente affrontare i tuoi problemi, te l’ho sempre detto, non è fuggendo che si risolvono le questioni in sospeso.>> <<E avevi pienamente ragione.>> <<Sono contenta che hai ritrovato lo spirito giusto.>> Le due donne si abbracciarono ora davvero per la prima volta Françoise si sentì davvero in pace con sé stessa. Quella notte nonostante l’euforia per la prima volta da quando si era lasciata con Joe Françoise riuscì a dormire serenamente e il suo riposo non fu mai interrotto da incubi e angosce.

<<Sei sicuro di non voler venire Joe.>> <<Te l’ho detto Punma, è meglio di no.>> <<Fai come ti pare, però voglio dirti una cosa amico mio. Non capita spesso nella vita di trovare qualcuno di speciale da amare. Ma quando succede dovresti lottare con le unghie e con i denti per tenertelo stretto, perché un giorno ti ritroverai da solo, in uno squallido appartamento desiderando solo che la vita ti dia ancora  la possibilità di amare qualcuno di speciale come Françoise.>> <<Punma vieni l’aereo sta per partire!>> <<Arrivo Bretagna. Pensaci Joe e se cambi idea raggiungici.>> Punma si allontanò. Joe rimase nella hall a guardare l’aereo dei suoi amici decollare, nella testa gli riecheggiavano le parole di 008, forse non aveva tutti i torti, in fondo fra lui e Françoise era lui quello che si era sempre dimostrato più insicuro ed era per questo che l’aveva persa. <<Tornò all’auto è guidò tutta la notte senza sosta, era così che si sfogava quando qualcosa lo turbava, poi si fermò sulla spiaggia e lì si addormentò.
Françoise si fece trovare all’aeroporto e quando il dottor Gilmore e i cyborg uscirono dal Gate lei gli corse incontro e li abbracciò. <<Che bello vederti, Françoise stai benissimo.>> esordì 007. Françoise arrossì. <<Ti ringrazio, ma trovo che anche voi stiate in ottime condizioni.>> <<No ci lamentiamo un po’ di ruggine qua e la nei circuiti, ma per il resto siamo sani come pesci.>> <<Non sei spiritoso Jet.>> Françoise prese fra le braccia Ivan. <<Ciao piccolo.>> <<Ciao 003, sono felice di rivederti.>> <<Lo sono anche io.>> Gilmore avanzò <<Dottore, che bellezza rivederla.>> <<Posso dire lo stesso per te, non è passato un giorno che non ti abbiamo pensata.>> <<Soprattutto 007>> aggiunse Chang <<Si lo ammetto 006 Françoise mi è mancata molto, ma credo sia stato lo stesso per tutti noi.>> <<Puoi dirlo forte>> ribatté 005. <<Grazie amici.>> disse lei commossa. <<Ehi non è per essere materiale, ma ho una fame che non ci vedo?>> <<Ma se hai divorato il pranzo sull’aereo.>> <<Si lo so ma non era granché, preferisco la cucina Francese.>> <<Sei irrimediabile.>> lo rimproverò 006 <<Venite a casa mia, mia madre mi ha chiesto di invitarvi per cena.>> <<Ma noi non possiamo, non abbiamo gli abiti giusti.>> <<Ma certo che potete Punma, e non preoccupatevi per gli abiti, i miei genitori non si formalizzano su certe cose.>> <<Beh, se la metti così accettiamo.>> affermò Albert <<Bene chiameremo dei taxi e ci faremo accompagnare a casa mia.>>

<<E’ così Bretagna lei faceva l’attore!>> <<Si sig...Floriane, adoravo recitare Sheakspeare.>> <<Che meraviglia.>> <<Sono felice che mia figlia abbia degli amici come voi,>> esordì il padre Françoise, <<Mia figlia ha bisogno di sostegno di persone allegre soprattutto in questo periodo.>> <<Papà ti prego.>> <<A quanto capisco Françoise non sei stata molto sincera con noi quando ti abbiamo chiesto come stavi.>> le chiese Bretagna <<E’ vero ho avuto un mese difficile in cui sono stata veramente male, ma ora che siete qui mi sento meglio.>> <<Non sei l’unica a stare male?>> disse soprappensiero Punma. <<Cosa?>> rispose lei stupefatta. <<Joe, anche lui ha sofferto tanto in questo mese.>> <<Punma…>> Jet diede un colpetto col gomito all’amico. Jet guardò Françoise e la vide intristirsi. <<Non l’ho voluto io tutto questo Punma.>> <<Lo so ma la vostra testardaggine vi sta uccidendo giorno per giorno, Joe si sta spegnendo piano, piano anche se cerca di non darlo a vedere non è più lui da quando vi siete lasciati.>> Françoise sussultò <<Punma finiscila.>> <<No Jet devo parlare perché è giusto che lei sappia che Joe l’ama ancora, come il primo giorno.>> disse scattando in piedi. <<Se è per quello..>> rispose lei sommessamente…<<anche io non ho mai smesso di amarlo.>> Tutti si voltarono verso di lei.>> <<Allora cosa aspetti prendi il telefono e chiamalo, ti assicuro che sta aspettando solo che tu gli dica quello che hai detto ora a noi.>> <<Non posso Punma.>> <<Perché?>> <<Perché ho paura.>> <<Stai sbagliando Françoise lascia che te lo dica, se hai paura di amare ora, l’unica cosa che ti si prospetta davanti è la solitudine, eppure a volte occorre prendere il coraggio a due mani e rischiare il tutto per tutto, solo così potrai davvero dire di aver vissuto appieno la vita, solo quando guardandoti indietro non avrai nessun rimpianto e se anche ci sarà qualche fallimento almeno potrai dire di averci provato  invece di rimanere lì inerme lasciando che gli eventi si succedano senza che tu abbia minimante preso parte ad essi.>> <<Il tuo amico ha ragione, Françoise. Se ami davvero questo ragazzo e lui ama te è stupido restare lontani. Sbagliare e umano e gli errori aiutano a crescere e a maturare, dai a Joe un’altra possibilità.>> <<Papà, io…>> <<Dammi retta bambina corri a chiamarlo.>> Françoise aveva gli occhi pieni di lacrime. Guardò i suoi genitori e i suoi amici negli occhi e tutti le sorrisero infondendogli, fiducia. Françoise si alzò di scatto. <<Grazie a tutti.>> disse poi corse nello studio per telefonare a Joe.

Ma Joe era sull’aereo alla fine le parole di Punma lo avevano persuaso, non avrebbe rinunciato così facilmente a lei. Ci sarebbe volute diverse ore prima di arrivare a Parigi e mancava poco a Natale, ma non poteva mancare di darle il suo regalo, lo teneva lì stretto fra le mani. Era un pacchettino e Joe lo guardò e riguardò, forse avrebbe fatto uno sbaglio, ma non gli interessava, sarebbe andato fino in capo al mondo per lei. Si allacciò le cinture, l’aereo decollò. Joe sorrise, presto sarebbe giunto a Parigi.

 

<<Come non era in casa?>> si stupì 005 <<Forse sarà andato a fare uno dei suoi soliti giri in auto.>> azzardò Chang <<e se gli fosse accaduto qualcosa?>> <<Non credo Geronimo lo avremmo certamente saputo.>> spiegò Gilmore.
<<Non è poi così impossibile…spiegò Ivan.>> <<Che sai Ivan che noi ignoriamo.>> <<Nulla di particolare 006 semplicemente Joe è partito e sta venendo qui a Parigi.>> <<Ne sei certo.>> <<Assolutamente, ma mi raccomando non dite nulla a Françoise per ora, dovrà essere un sorpresa.>> <<Allora si è convinto.>> esultò Punma. <<Di che parli 008.>> <<Nulla Bretagna semplicemente prima di partire ho parlato a Joe e gli ho fatto un certo discorsetto.>> <<E’ cosa gli hai detto.>> <<Che non avrebbe dovuto rinunciare a Françoise perché se rinunci a qualcuno di speciale nella vita non ti viene concessa una seconda possibilità.>> <<E’bravo il nostro Punma.>> disse Jet mettendogli un braccio intorno alle spalle.>> <<Potresti mettere su un’agenzia matrimoniale.>> <<Non scherzare Jet, non sono proprio in vena.>> <<L’importante e che quei due tornino insieme.>> <<Ne sono certo 006 torneranno insieme prima di quanto pensi.>>

Joe scese dall’aereo l’inverno era molto pungente  a Parigi, quanti ricordi, un mese fa partì da lì convinto che non ci sarebbe mai più tornato ed ora…Si forse era una pazzia, ma l’amore in fondo non era questo, una grande, immensa, dolcissima follia. Prese un taxi e si fece accompagnare subito a casa degli Around.

<<Mancano solo pochi minuti a Natale.>> affermò <<Già.>> sospirò 006 <<Cosa mi hai fatto per regalo?>> <<Proprio nulla 007, perché quest’anno sei stato davvero molto cattivo con me.>> <<Dai lo sia che sei il mio amichetto preferito.>> <<Uhm, solo quando ti fa comodo.>> <<Beh se è per questo neanche tu sei stato un angelo!>> lo ribeccò 005.  <<Françoise vieni qui unisciti a noi.>> <<Si arrivo.>>  Françoise stava per alzarsi dal divano accanto alla finestra quando dando un’ultima occhiata fuori vide qualcuno immobile sotto la neve. <<Ma quello è>> la parole rimasero come sospese nell’aria. Attraversò la stanza di corsa e aprì la porta, scese gli scalini e attese. La luce del lampione della strada si accese, illuminando il viso di Joe. “Ma allora sei proprio tu. Joe” pensò con il cuore che le scoppiava di felicità <<Joe, Joeeeeeeee…>> disse correndogli incontro a braccia aperte e con le lacrime che le rigavano il volto. Joe alzò lo sguardo e la vide corrergli incontro. Spalancò le braccia e l’accolse nel suo caldo abbraccio. Furono istanti infiniti nei quali restano in silenzio l’uno stretto nelle braccia dell’altro. Fu Joe a rompere il ghiaccio <<Amore mio quanto ho desiderato stringerti ancora così.>> le disse scostandola da sé e guardandola negli occhi. <<Joe..>> <<Dobbiamo prometterci una cosa, Françoise che non ci lasceremo mai più.>> Françoise annui <<Mai più Joe.>> Lui la strinse ancora a sé e poi la baciò. Le campane batterono la mezzanotte, era Natale, in tutto il mondo si udivano solo canti di gioia e di speranza, e la pace regnava sovrana ma per Joe e Françoise l’unico canto che potevano udire erano quello dei loro cuori che dolce si levava in alto, rendendo meno fredda quella lunga notte di Natale.

 

© 19/09/ 2007

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